Le Potenzialità Espansive del Consumo di Olio di Oliva nel Mondo |
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Partendo
dalla media dei consumi pro capite di olio di oliva degli anni 1996 e 1997,
emerge che nel mondo il consumo per individuo si attesta sui 360 grammi
mentre gli oli e grassi vegetali in complesso si attestano sui 10 kg. Naturalmente,
nel valutare la penetrazione del consumo di olio nei vari Paesi occorre
effettuare una distinzione tra le aree di consumo tradizionali, che
coincidono con i Paesi produttori del bacino del Mediterraneo, e le nuove
aree di consumo. In
queste ultime, poi, è necessario differenziare i mercati che inizialmente
si sono avvalsi di forti correnti migratorie provenienti dai Paesi
produttori, che hanno portato con sé abitudini alimentari dei luoghi di
origine, da quelli recentemente "conquistati" dalla dieta
mediterranea e dalle qualità salutistiche del prodotto. Nei
più importanti Paesi tradizionalmente produttori e consumatori dei Bacino
Mediterraneo, il livello del consumo pro capite di olio di oliva raggiunge
il suo livello massimo in Grecia, dove si attesta mediamente sui 22 kg pro
capite, con una quota dei 67,5% sul totale oli e grassi. Si attesta ad un
livello intermedio (10-12 kg) il pro capite dell'Italia e della Spagna,
evidenziando però un diverso peso rispetto al consumo in complesso degli
oli vegetali: 46% nel primo caso e 37% nel secondo. Tra 6 e 4 kg troviamo in
ordine i consumi pro capite di Portogallo, Tunisia e Siria, per i quali il
peso sul totale oli e grassi vegetali è rispettivamente pari a poco più di
un quarto, un terzo ed un quinto. Algeria
e Marocco registrano un livello pro capite che si attesta ad un livello pari
a circa 1,5 kg, che equivalgono ad appena un decimo del totale dei consumi
di oli e grassi vegetali. Infine,
appare sorprendente il livello di consumo in Turchia che non raggiunge il
chilo pro capite e vale appena il 4% degli oli vegetali in complesso. In
definitiva, in questi Paesi si stima un livello di consumi pro capite di
circa 6,2 chili di olio di oliva, pari ad una quota inferiore al 29% del
totale oli vegetali e grassi.
Evidentemente,
soprattutto nei Paesi del Sud del Mediterraneo, margini di crescita
dell'utilizzo alimentare dell'olio di oliva sono piuttosto ampi ed è
possibile ipotizzare fenomeni di sostituzione a suo vantaggio. In
queste aree, però, più che le preferenze dei consumatori contano le scelte
di politica economica dei singoli paesi: l'olio di oliva rappresenta una
fonte di ricchezza in termini di afflusso di valuta pregiata, utile a
riequilibrare la precaria situazione delle singole bilance commerciali. Ciò
avviene anche a costo di importare consistenti quantitativi di oli di semi
utili a soddisfare la domanda interna di oli vegetali. Tuttavia
le linee di sviluppo dell'olivicoltura in questi Paesi potrà in parte
consentire un incremento delle disponibilità di queste produzioni destinate
ai consumi interni. I
Paesi comunitari produttori, tranne la Grecia collocata a livelli possibili
margini di miglioramento. L'obiettivo di una quota dei 50% del totale oli e
grassi vegetali non sembra essere lontano per l'Italia, mentre la Spagna
sembra evidenziare margini di miglioramento ancora più ampi. In ascesa
sono, infine, i consumi di olio di oliva in Portogallo, che potrebbero nel
prossimo quinquennio raggiungere i livelli pro capite dei vicini spagnoli. Tra
i Paesi principalmente importatori e consumatori non tradizionali si
distingue l'Australia, dove si registra un consumo di olio di oliva pari a
circa un chilo pro capite, che rappresenta un decimo dei consumi complessivi
di oli e grassi vegetali. Seguono
Francia e Svizzera con livelli di consumo pro capite pari rispettivamente a
840 e 660 grammi e una quota sul totale oli e grassi vegetali di poco
inferiore al 5%. Ad un livello inferiore sono classificati i Paesi
nordamericani, dove i pro capite si attestano sui 500 grammi. Rispetto al
totale oli e grassi vegetali, la quota più "alta" è segnata dal
Canada, con una percentuale dei 2,7%, mentre gli Stati Uniti non riescono a
superare quota 2%. Quest'ultimo dato rende l'idea delle reali po- tenzialità
di questo mercato: le 140-150 mila tonnellate di consumo di olio di oliva
registrate negli Stati Uniti rappresentano un livello importante in termini
assoluti per un Paese non produttore, ma ancora marginali rispetto al
mercato di riferimento della categoria (oli e grassi vegetali). Ad
eccezione dei Regno Unito, che registra un pro capite di 350 grammi ed una
quota sul totale oli e grassi vegetali di poco inferiore al 2%, gli altri
Paesi del gruppo si attestano sui 200 grammi pro capite, lievemente
superiori per la Germania (220 grammi) e leggermente inferiori per Paesi
Bassi e Giappone (150 e 140 grammi), con quote sul totale oli e grassi
vegetali comprese tra l’l e l’1,5%. La
forte potenzialità di sviluppo del consumo di oli di oliva in questi Paesi
emerge ancora più chiaramente dalla disaggregazione del dato medio degli
anni 1996 e 1997. In
seguito a tale operazione è possibile notare una tendenza in crescita per
la gran parte di questi mercati. In particolare,
la Germania passa da 130 a 300 grammi, la Svezia da 60 a 340 grammi,
i Paesi sudamericani da 140-150 a 230-250 grammi, gli Stati Uniti da 380 a
560 grammi, il Giappone da 110 a 170 grammi. Fonte: Ismea |
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