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Degustare un olio di
oliva significa riconoscerne alcune sensazioni provocate sugli organi di
senso, valutandone la presenza e l'intensità, al fine di stabilire un
giudizio obiettivo sul prodotto. Escluso l'aspetto cromatico (l'olio si
esamina in appositi bicchieri di vetro blu) che non rientra tra i parametri
da considerare, si indagano i profumi, i sapori e le sensazioni tattili
generali. Pregi e difetti sono codificati in precise tipologie riconducibili
a determinate percezioni sensoriali.
Sono considerati pregi
i sentori di:
- fruttato
di olive
(verde o matura): questa sensazione, una delle più pregiate e
ricercate, è indice di freschezza e gioventù dell'olio dal quale più
o meno rapidamente tende a scomparire con l'età (maturo). E' l'odore
che ricorda quello dell'oliva sana, fresca e matura, durante la
macinazione. In pratica è il buon odore che si avverte entrando in un
frantoio razionale durante il lavoro.
- verde
(foglia, erba): odore che
ricorda le foglie di olivo schiacciate o il profumo di un prato d'erba
appenatagliato. E' tipico di alcuni oli giovani e di quelli prodotti in
certe aree dell'Italia meridionale (Sicilia).
- amaro:
sapore caratteristico dell'olio ottenuto da olive giustamente mature pur
se ancora un po' verdi, a volte può avere un'origine varietale.
L'amaro, da non considerare fra i difetti, può rendere il prodotto meno
gradito specialmente se l'intensità di percezione è tale da
penalizzarne l'armonia generale. Si deve a sostanze polifenoliche che
assicurano serbevolezza e durata dell'olio.
- piccante:
sensazione tattile, pungente, caratteristica di oli prodotti a inizio
campagna da frutti ancora verdi. E' dovuto a sostanze polifenoliche,
antiossidanti naturali, delle quali sono ricche talune varietà di
olive. Da non considerare fra i difetti, può rendere il prodotto meno
gradito specie se l'intensità del piccante è tale da squilibrare
l'armonia.
- dolce:
sensazione presente negli oli in cui sono appena percettibili, o
comunque non prevalgono, l'amaro o il piccante. Più che richiamare il
dolce dello zucchero o del miele, sono oli la cui componente
polifenolica è bassa o per un fatto varietale o perché derivati da
olive molto mature.
Sono difetti
quelli di:
- avvinato,
inacetito:
fra gli odori dell'olio si avvertono quelli dell'aceto e/o del vino. Si
deve a fermentazioni alcolico/acetiche degli zuccheri presenti
nell'oliva, passati nell'acqua di vegetazione ma separati dall'olio
durante la centrifugazione.
- muffa:
odore caratteristico presente in oli ottenuti da parte di olive più o
meno ammuffite.
- morchia:
sgradevole odore di fradicio, tipico di materiali organici in
decomposizione, dovute alla putrefazione sul fondo dei recipienti di
minuscole particelle della polpa d'oliva, frantumata dalla macina, e non
separate dall'olio con la filtrazione o i travasi.
- riscaldo:
nell'olio si avverte, all'olfatto e al gusto, l'odore e il sapore delle
olive conservate in acqua e sale. E' dovuto all'acido lattico prodotto
dalla fermentazione degli zuccheri nelle olive macinate in ritardo
rispetto alla raccolta, o che hanno "fatto la calda".
- rancido:
è il difetto più grave e pericoloso che porta alla distruzione
dell'olio in cui compiono uno sgradevolissimo, caratteristico, odore ed
un sapore disgustoso. E' dovuto all'azione dell'aria sull'olio, favorita
dalla luce e dalla temperatura che determinano l'ossidazione delle
molecole grasse. Queste vengono trasformate in altre, degradate e
tossiche.
prof. Ettore
Franca
Presidente O.L.E.A
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